I bassi stipendi spingerebbero le aziende italiane, anche piccole, ad aumentare le assunzioni, perché è più economico del fare investimenti. Ma non per tutti cala il potere d’acquisto. Dipende molto dal settore e dal contratto nazionale: l’industria segue l’inflazione, servizi e pubblica amministrazione arrancano. Da un interessante approfondimento che leggiamo nel periodico LINKIESTA dove troviamo anche la citazione di un interessante articolo del Professor Marco Leonardi
L’Ocse lo ha scritto per il secondo anno di fila nel suo Employment Outlook 2024: l’Italia è il Paese in cui gli stipendi dei lavoratori, di fronte all’inflazione, hanno perso maggiore potere d’acquisto. Nei primi tre mesi dell’anno, i salari reali erano ancora più bassi del 6,9 per cento rispetto a prima della pandemia.
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LEGGI QUI l'articolo del Professor Marco Leonardi, Ordinario di Economia Politica all’Università Statale di Milano ed ex capo Dipartimento della Programmazione Economica (DIPE) della Presidenza del Consiglio, durante il Governo Draghi.