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Confcooperative Lazio compie 50 anni

venerdì 13 dicembre 2024

Si conferma leader nella cooperazione regionale e rappresenta in tutto 710 aziende aggreganti 136 mila soci che danno lavoro a 33 mila persone e generano un giro d’affari superiore ai 2,3 miliardi di euro. La ricorrenza verrà festeggiata martedì 17 dicembre alle ore 17 presso il Palazzo della Cooperazione di via Torino 146 a Roma.

I dati della cooperazione. In regione il movimento cooperativo dà lavoro al 7% degli occupati del settore privato. In particolare spiccano i contributi dati all’assistenza sociale residenziale (56% del totale) e non residenziale (84%), all’agroalimentare (25%), all’istruzione primaria e asili nido (19%), al magazzinaggio (17%) e alle pulizie e sanificazioni (17%). Tutto ciò nonostante il divario tra domanda e offerta di lavoro. Tra 2022 e 2023 però si è assistito a un calo delle iscrizioni alla Camera di commercio del 6,7% con punte del 20,1% per le cooperative giovanili. Tengono un po’ meglio le cooperative femminili ( -6,4%), che nel Lazio sono il 24,9% del totale contro il 24,2% del nazionale. In negativo anche la cooperazione tra migranti (-9,3%), che sul territorio pesa per il 6,2% (in Italia il 5,9%). Tuttavia dalle analisi emerge che le flessioni sono anche dovute al processo virtuoso di contrasto alla falsa cooperazione.

Un po’ di storia. Dal 2020 al settembre 2024 a Confcooperative Lazio si sono iscritte 154 nuove imprese. Si tratta di realtà particolarmente longeve: quasi una su dieci ha compiuto i 50 anni di attività. Sono oltre 6 mila poi le cooperative che hanno aderito alla nostra centrale negli ultimi cinquant’anni. Il 31% è attivo nella cooperazione di abitazione, il 27% in produzione e lavoro, il 17% nel sociale e sanitario, il 14% in agroalimentare e pesca, il 7% in cultura turismo e sport. Il 63% delle aderenti sono romane. Il resto è diviso tra Latina (15%), Rieti (11%), Viterbo (7%) e Frosinone (6%). Sono tanti i risultati ottenuti in mezzo secolo. Su tutti vale la pena ricordare le 47 mila famiglie che hanno ricevuto una casa, i 243 mila posti di lavoro creati e il 61,7% di occupazione femminile.

Il programma. Di tutto questo e molto altro si parlerà martedì 17. Dopo i saluti istituzionali del presidente di Confcooperative Lazio Marco Marcocci e del Vescovo ausiliario della Diocesi di Roma S.E. Renato Tarantelli Baccari, la parola passerà a Pierpaolo Prandi e Giuseppe Daconto del Centro Studi Confcooperative che, con dati alla mano, illustreranno i risultati ottenuti dall’associazione datoriale sul territorio nei suoi primi 50 anni di vita. Dopodiché verrà presentata la pubblicazione “1974-2024 Una storia di futuro”, libro scritto dal giornalista Mauro Garofalo sulla storia di Confcooperative Lazio. I contenuti saranno al centro del dibattito tra il presidente Marcocci e i Vicepresidenti Confcooperative Lazio. A seguire interverrà anche Francesco Rocca, Presidente Regione Lazio. Le conclusioni invece saranno affidate al presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini. Infine si terrà un aperitivo e un brindisi di Natale con i presenti.

«È per me un onore rappresentare le cooperative romane e laziali: ho iniziato nel periodo forse più difficile della loro storia recente - afferma il presidente Marcocci -. Il mio primo mandato inizia nel 2018 dopo un commissariamento lungo quattro anni. Neanche il tempo di ambientarci e ci troviamo ad affrontare un fenomeno inedito, quello della pandemia. Il coronavirus non ha solo rivoluzionato il modo di lavorare, ma anche scardinato alcune liturgie fondamentali della cooperazione. È stato difficile ad esempio integrare il valore della prossimità con le mascherine e la distanza di sicurezza. Tuttavia ne siamo usciti più forti e pronti ad affrontare le sfide che ci attendono negli anni a venire. Penso sia al Giubileo (e alle grandi opportunità che esso porterà con sé), ma anche alle tensioni internazionali che inevitabilmente provocheranno effetti anche sui territori. Noi saremo sempre qui, forti della nostra passione ma non senza paura, impegnati a ricucire comunità sempre più disgregate e a proteggere i fragili. Ciò che abbiamo fatto negli ultimi 50 anni siamo pronti a farlo ancora meglio per i prossimi 50. Insieme».

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