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Facchinaggio, pulizie e trasporti al Porto di Ravenna, Ferri lancia l'allarme: "Troppe società non rispettano gli accordi su tariffe e contratti"

martedì 11 aprile 2023

Al Porto di Ravenna aumentano le imprese di facchinaggio, trasporto e pulizie che non rispettano gli accordi sulle tariffe e sui contratti e Pier Nicola Ferri, funzionario del settore Lavoro e Servizi di Confcooperative Romagna lancia l'allarme: "Si è generato un grande afflusso di società di facchinaggio o di trasporto che applicano prezzi insostenibili se teniamo conto del costo degli istituti contrattuali e dei versamenti previdenziali e fiscali".

Sul sito di Confcooperative Romagna, Pier Nicola Ferri analizza il fenomeno ricordando che "quasi tutte le società collegate alle maggiori organizzazioni di rappresentanza del mondo industriale rispettano le tariffe e riconoscono i costi del lavoro decisi in sede di ispettorato". Non tutti però sono allineati con queste tariffe. "Queste società che operano border line - sono le parole del funzionario - ci sono sempre state ma la ripresa economica e il forte aumento dei volumi lavorati al Porto di Ravenna hanno alimentato il problema. Si tratta di un lavoro con pochi margni anche per gli operatori del porto ed è facile che aziende che si propongono a tariffe particolarmente basse trovino terreno fertile".

Pier Nicola Ferri mette in evidenza anche altri due problemi: uno legato alla struttura societaria e l'altra ai costi. Nel primo caso, secondo quanto rilevato dall'analisi della situazione nel porto di Ravenna, sono quasi scomparse le cosiddette "cooperative spurie" mentre prosperano le srl. "Temiamo - ha spiegato Ferri - che si tratti di un fenomeno studiato a tavolino per sfuggire all'Osservatorio del lavoro in cooperativa". Altro aspetto è quello legato i costi. "Pagare gli stipendi dei propri lavoratori a quelle tariffe - sono le parole di Pier Nicola Ferri - è insostenibile e può essere che queste società non versino tutti i contributi richiesti a livello previdenziale e fiscale. In caso di mancati versamenti dei contributi Inps e Inail, però, il committente risponde in solido con la società morosa, e questo rappresenterebbe un rischio. In caso di mancato versamento dell’Iva, invece, l’erario ci metterebbe alcuni anni ad accorgersene: riteniamo possa essere questo l’escamotage utilizzato”.

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