E’ il messaggio lanciato da Antonio Candela, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi Basilicata. Eletto presidente da poche settimane, Candela guarda al lavoro con e per i giovani come a uno degli obiettivi principali del proprio mandato. “Sono assolutamente convinto – spiega Candela – che il modello della cooperazione sia la via migliore per generare opportunità di lavoro. In un presente e un futuro che guardano all’intelligenza artificiale penso che mettere al centro le persone sia l’unica arma che può fare davvero la differenza in territori come i nostri”.
Per il presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi Basilicata “è sull’intelligenza collettiva che bisogna puntare come modello vincente”. “Nel caso dell’intelligenza artificiale – sono le parole di Candela – a governare tutto il processo è un algoritmo mentre nel modello della cooperazione, dove al centro ci sono le persone e l’intelligenza collettiva, a governare è l’amore, per le proprie comunità e per le persone con le quali si lavora. Un esempio lampante è il recente studio sugli EET che mette in risalto proprio questo aspetto, migliaia di giovani che costruiscono il proprio futuro guardando al modello della cooperazione”.
Quale ruolo può svolgere la Federazione per sostenere questi giovani?
Senza dubbio ascoltandoli, facendo sentire la propria presenza e stando loro accanto. La generazione di chi ha 40 anni svolge l’importante ruolo di cerniera tra il passato e il futuro ed ha una importante responsabilità sociale, etica e culturale nel mettere in connessione la generazione che ci ha preceduto con quella che ci seguirà. Guardiamo a questi ragazzi, provando a dare loro un esempio, ad accompagnarli con la nostra presenza, a trasmettere loro la nostra esperienza.
Questa sarà una priorità della sua presidenza?
E’ un obiettivo fondamentale. E’ per questa ragione che uno dei primi atti della mia presidenza è stato nominare vicepresidente vicario chi mi ha preceduto, Michele Lapadula, perché il legame tra le varie generazioni è un punto cruciale. Penso sia indispensabile ascoltare i cooperatori, non possiamo pensare di essere uomini solo al comando per questo il mio primo compito è lavorare come a un’agopuntura cooperativa riconnettendo tra loro strati della cooperazione che hanno l’esigenza di tornare a connettersi. Insieme dobbiamo e possiamo costruire una nuova economia.